Chiara #37: detox
Scrivi detox, leggi beveroni e diete al minestrone. Sì è vero, oggi parliamo di detox, ma di quello che si prende cura di noi. Nel profondo.
Giugno è qua e si inizia a respirare l’aria di libertà dell’estate che -si spera- sta per arrivare. Nuovi equilibri, sia per chi ha figli/e che si vede costretta a ricalibrare le prossime 12 settimane (12 non 1), sia per chi di figli/e non ne ha. Questo è infatti il momento per liberarsi dai vampiri energetici che, in una sorta di maratona semestrale ci hanno prosciugato, è il momento di fare un po’ di sano detox: mentale, fisico, emozionale e digitale. Eh sì, perchè, spoiler, il detox non è solo mangiare verdure crude.
Agende strabordanti, impegni extralavorativi, notifiche di WhatsApp/Telegram/e-mail a qualsiasi ora, l’allenamento perché fai un lavoro sedentario e non sai nemmeno più dove stiano di casa i tuoi muscoli (tricipiti, sì proprio voi), la pila di libri sul comodino da leggere che viene scansata - così de botto- da Bridgerton 3 (true story).
Facciamo un bel respiro profondo e via a leggere la storia di Nina Gigante che ci libera dal fantasma del detox come qualcosa di rigido e terribile, ridonandoci la dolcezza di prenderci cura del nostro corpo e delle nostre emozioni e poi imperdibile l’editoriale di Angelica Villa, per imparare a “fermarsi nel sole”.
Buona lettura.
Che storia quella di Nina!
Nina Gigante è giornalista freelance: la sua rubrica Namastè su Donna Moderna è un faro di concretezza nel mare magnum dei consigli dedicati al benessere, e
, l’appuntamento immancabile del giovedì mattino.Di cosa parla la sua storia? Di una busta di piselli scongelati, di fuga, di un piccolo Arturo che le insegna a stare e della manutenzione periodica del nostro corpo e delle nostre emozioni.
Nina Gigante, nel mondo ha le radici e le parole come rifugio. Giornalista e Holistic Nutritionist and Health Coach, il suo nido l’ha costruito a Foligno: dal centro del suo nuovo mondo scrive parole che curano e coltiva germogli di consapevolezza.
“Il lavoro mi stava intossicando.
Questa vita apparentemente era quella che mi ero scelta, nessuno mi aveva imposto nulla, ma non era più allineata a quella che ero io: un lavoro h24, senza tempo per me. Ho coraggiosamente lasciato tutto.”
Una laurea in lettere e poesia contemporanea, un master in editoria e giornalismo, una carriera ben avviata con contratto a tempo indeterminato presso Il Saggiatore, capisce che quella non è più vita per lei.
“Ma che cosa è diventata la mia vita?
Un pacco di piselli che si sciolgono, perché non ho manco il tempo di arrivare alla cassa, senza essere bombardata da messaggi ed e-mail? È così che ho scritto la mia lettera di dimissioni davanti al bancone dei surgelati con questa busta di piselli.
Scongelati.”
Perché è così difficile cambiare abitudini? Ce lo racconta Nicoletta Cinotti con grazia grinta e gratitudine.
Nina ci consiglia:
🎙️il podcast Sigmund di Daniela Collu perché tratta i temi della salute mentale analizzandoli da vari punti di vista.
📖 Tutto sull’amore di Bell Hooks: amare è prendersi cura di sé, farsi del bene, farlo a chi ci sta accanto. Amare non significa distruggere. Amare significa costruire.
⛰️Iniziamo con i libri per le vacanze…in montagna: come sarebbe stato vivere nel bosco per due anni a metà 800? Henry David Thoreau lo racconta in Walden. Vita nel bosco. Ma attenzione, non è un semplice diario, è un'opera inafferrabile e battagliera che ha saputo diventare la bibbia dell'anticonformismo, del rifiuto delle leggi ingiuste e di una vita sobria e immersa nella natura.
Un anno fa Chiara parlava di fatica: ti risuona?
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editoriale per Piano C a cura di Angelica Villa - Formatrice, Counselor e Project Designer @Piano C
All’inizio di giugno, solitamente, in noi donne adulte si sbloccano due sensazioni.
La prima è la nostalgia della seconda vita che, durante l’infanzia, si apriva al concludersi dell’anno scolastico. Una vita al gusto di gelato ed Estathé, all’odore di tiglio e di Nivea, una vita fatta di sussidiari, prime cotte, sabbia nel costume, serate ai giochi, totale spensieratezza.
L’altra sensazione, purtroppo spesso più forte della prima, è l’ansia.
L’ansia generata da una mole di lavoro che, in quasi tutte le professioni, a giugno si fa crudelmente (e a volte incomprensibilmente) più ingombrante, scadenze burocratiche, vacanze non ancora organizzate e, se siamo genitori, figli e figlie da gestire (e con gestire non intendiamo solo organizzare il loro tempo ma garantire che quel tempo sia di qualità, non troppo stressante, pieno di attività stimolanti ma che lascino lo spazio alla sperimentazione, economicamente sostenibile e magari anche con un pizzico di natura… perchè non vorrai mica sentirti un genitore inadeguato perchè non hai trovato la soluzione perfetta in un mondo che ti rema contro, vero?!? )
Quindi, che fare? Siamo destinate a rimpiangere il passato versando qualche lacrimuccia sulle nostre foto sbiadite o a essere sovrastate dalle incombenze del nostro prossimo futuro?
✨Questo e gli altri articoli li puoi leggere sul nostro blog✨
“Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità,
succhiando tutto il midollo della vita.
Per sbaragliare tutto ciò che non era vita e per non scoprire in punto di morte
che non ero vissuto.”
Henry David Thoreau
AAA Cercasi creatrici di nuove sinergie
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Alla prossima parola
Grazie per aver letto fin qua. Se hai apprezzato Chiara, inoltrala a chi tieni, condividi i post che ti hanno colpita di più e se ancora non lo fai, seguici su Instagram e LinkedIn: sharing is caring!
Chiara è un lavoro collettivo, a giugno ringraziamo:
Fabiola Noris curatrice, Nina Gigante per Che Storia!, Angelica Villa per l’editoriale e Laura Chiarakul per la grafica.