#chiara n.19: relazioni
#chiara n.19: relazioni
/rela'tsjone/ s. f. [dal lat. relatio -onis, der. di referre "riferire"]. - 1. L’azione e il fatto di riferire, e il testo stesso, orale e scritto, con cui si riferisce, e la sua forma: fare, presentare una r. 2. a. Connessione o corrispondenza che intercorre, in modo essenziale o accidentale, tra due o più enti: tra questi due avvenimenti non c’è alcuna r. b. Con riferimento a persone o a gruppi, come rapporto, legame o vincolo reciproco: r. di parentela (i varî gradi della r. di parentela), di amicizia, di familiarità, o di lavoro, di affari. [...]
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.Le nostre relazioni, il nostro sviluppo
editoriale di Piano C a cura di Manuela Comoglio - Parental e business coach
Mi si accendono all'istante centinaia di idee in testa e si legano in decine di possibili direzioni di senso.
Mi fermo. Respiro.
E quasi in automatico mi domando cosa questa parola faccia balenare in testa alle persone con cui mi relaziono ogni giorno. Così prendo il telefono e glielo domando.
Le risposte compaiono sullo schermo come popcorn poco sincronizzati.
Dopo qualche ora riordino le risposte. Ci sono due schieramenti prevalenti. Quelli che propendono per le relazioni affettive (amorose, amicali, familiari). Quelli che vi associano l'immagine della rete, di una trama di connessioni. Mi appunto le parole che mi colpiscono di più: sintonia, legami, sesso, alterità, contatto, impegno, visione doppia, ricchezza.
Poi incontro Giulia, mia amica e socia. Davanti a un caffè d'orzo bollente le chiedo cosa siano per lei le relazioni. In un attimo mi risponde con un grande sorriso: “vita".
Quella parola mi risuona dentro, si allarga, mi illumina. Sono d'accordo con lei! Le relazioni sono vita. Le relazioni ci rendono chi siamo. È attraverso di loro che possiamo non solo sopravvivere, ma evolvere.
.che storia quella di Flavia!
In Lezioni americane, Calvino elogia la virtù dell'esattezza in letteratura, descrivendo la sua personale tensione verso la precisione, che per gli antichi Egizi era simboleggiata da una piuma.
Ma se le parole che sentiamo non ci sembrano giuste per noi, come possiamo essere sovversive e insieme leggère? Ci aiuta in questo Flavia Brevi, fondatrice di Hella Network e Top Voices LinkedIn 2022, Head of Social Media dell'agenzia Cookies
“Chi non lo è stata?”
Isolata, strana, introversa. Flavia decrive così la bambina che era, per poi domandarsi: “Chi non lo è stata?” E in effetti è capitato un po' a tutte, almeno per un periodo. La sua infanzia si svolge in un piccolo borgo, Cremosano, in provincia di Cremona. Figlia unica, nel quartiere nessun bambino, si rifugia nella lettura e nel gioco; è serena, forse un po' sola. Cresce così, senza traumi, una vita normale. Inizia a usare l'ironia come dispositivo per sciogliere le barriere, e funziona.
Alle medie gli insegnanti notano una sua abilità nella scrittura, le consigliano il classico; lei si impunta, vuole dimostrare di essere in grado di fare tutto. La sente come una sfida, di cui i docenti ovviamente non sanno e non sapranno mai nulla, e la coglie. Sceglie dunque lo scientifico di un paesino vicino. E no, non vince la sfida. Come tanti altri. Fa fatica, non riesce, e termina il liceo con un sospiro di sollievo.
Lavorare in pubblicità
Flavia non aveva previsto di non riuscire al liceo, questo no, ma quanto al resto, aveva previsto molto. Sin da quattordici anni sogna di entrare in un'agenzia pubblicitaria, e i passi successivi sono tutti tesi a questo obiettivo.
Si laurea a Bergamo in Scienze della Comunicazione, e durante l'ultimo anno scrive un blog in cui commenta le pubblicità che vede sui siti internazionali, sperando di essere notata da un direzione creativa per un colloquio. E così avviene.
“Ho sempre sognato questo, non saprei che altra vita vivere.” (Flavia Brevi)
Farsi una domanda, cercare una risposta
Inizia a lavorare, e nella sua quotidianità si rende conto di avere a che fare principalmente con donne: colleghe, clienti, collaboratrici esterne. Cerca qualche dato, vuole capire se è solo un'impressione: non lo è, in effetti il 70% della forza lavoro nella comunicazione è femminile. Eppure, il linguaggio della pubblicità le sembra fortemente sessista: come è possibile?
Si risponde che in parte sono stereotipi interiorizzati, in parte il fatto che quando si guarda alle statistiche di genere per i ruoli apicali in agenzia, le percentuali cambiano: gli uomini sono spesso nei posti in cui si decide. Ma anche lei si sente nella posizione giusta per cambiare le cose.
.chiaramente
Fare networking se sei un’inguaribile introversa può trasformarsi in un’impresa: significa uscire dalla tua comfort zone e mettere in circolo un sacco di energia.
Ma del resto lo leggi ovunque e sai che ti è utile, fare rete è una parte fondamentale per crescere professionalmente, quindi come puoi sfruttare l’introversione a tuo vantaggio? Parti da qua!
Iniziamo da una doverosa premessa: essere introverse non significa amare barricarsi in casa e prediligere la solitudine, non ha nulla a che vedere con la timidezza e nemmeno con l’ansia sociale. Nonostante si tratti di bias molto diffusi nella nostra società.
Secondo la psicologia, è l’atto di dirigere il proprio interesse verso l’interno o verso le cose all’interno del sé. Anche se è diffusa l’opinione che il mondo del lavoro sia perfetto per gli animi estroversi, in realtà le qualità che possiedono le persone introverse sono altrettanto fondamentali all’interno dell’ambiente lavorativo:
ottime osservatrici e buone ascoltatrici,
profonde pensatrici,
creative,
hanno ottime capacità di leadership.
Ma ciò non cambia che i momenti dedicati al networking possono trasformarsi in veri e propri supplizi se non si mettono in atto alcune piccole strategie: fare networking infatti è più impegnativo per le persone introverse.
Se anche a te capita che, dopo aver partecipato a degli eventi di networking, hai bisogno di un po’ di tempo per te stessa per decomprimere e ritrovare l’energia, questi consigli possono fare al caso tuo.
Consiglio #1 Non arrivare impreparata.
Se sei introversa evita di lasciare tutto all’improvvisazione. Pianificare ti aiuta a non essere in balia degli eventi e non disperdere energia. Come fare?
Informati sull’evento e sui partecipanti. Raccogli informazioni sull’evento, sugli speaker e sui partecipanti per renderli un po’ più familiari, almeno nella tua testa. Se partecipi a incontri di settore chi partecipa di solito appartiene a categorie specifiche quindi puoi capire la tipologia e gli argomenti da affrontare. Puoi anche contattarli in anticipo e metterti d’accordo per trovarvi all’evento. E poi c’è sempre LinkedIn da consultare per raccogliere un po’ di dettagli preziosi da utilizzare nelle tue conversazioni.
Come ti presenti? Se non hai una risposta pronta forse è arrivato il momento di pensarci. Prepara una breve presentazione che ti possa servire da rompighiaccio. Chi sei e cosa fai: questo è il punto da cui partire. Ma il fatto di avere un incipit da utilizzare ti eviterà di ponderare troppo sulla scelta delle parole più adatte per presentarti. Vedrai che dopo aver iniziato a presentarti, tutto filerà liscio.
Prepara una lista di domande: spesso chi è introversa si ritrova a riflettere molto prima di porre una domanda. Ecco che un consiglio consiste nel prepararti una lista di domande da fare in base agli argomenti che più ti interessano e alle informazioni che vuoi raccogliere. Possono essere domande più generali che aiutano a iniziare la conversazione o più specifiche e mirate. Saperle in anticipo ti aiuterà a ridurre l’ansia da prestazione e a velocizzare i tempi.
.amiche_per la pelle... letteralmente!
Come scegliamo le nostre amicizie? Col naso!
Secondo uno studio pubblicato su Science Advances, due persone con lo stesso odore diventano amiche più facilmente; secondo la ricerca, un naso elettronico sarebbe in grado sette volte su dieci di prevedere se due sconosciut* si staranno simpatici.
L'ipotesi è che sia una questione genetica: mentre siamo portate a scegliere come compagn* una persona con un patrimonio genetico diverso dal nostro, per favorire la continuazione della specie, con le amicizie ci piace andare sul sicuro, e scegliere chi è simile a noi, anche nel DNA.
Quando si dice avere fiuto! 😊
.books in the box
Scrivere è entrare in relazione con l'altr*. Sei sicura di saperlo fare al meglio? Pensato da Ella Marciello per chi comunica - con la parola scritta ma non solo - e per coloro che sono in cerca di nuovi percorsi creativi e di pensiero che possano aprire vie non battute e infondere nuova linfa alla propria scrittura. Il suo essere ribelle sta tutto nell'approccio e nella forma: è anti perché è un manuale che non ha la presunzione di insegnare regole fisse e valevoli per tutti, ma modi di essere rispetto al mestiere stesso di scrivere.
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Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare è un classico non solo della lettura d'infanzia: appartiene ai lettori di ogni età. Ha valore universale perché racconta una storia universale, esattamente come le due favole più recenti Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico e Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza. Cos'è l'amicizia? In questa trilogia si trovano importanti insegnamenti e molte risposte, per tutte le età.
Non potevamo non menzionarlo: capolavoro tra i romanzi epistolari, Le relazioni pericolose è il bigino di tutto quello che non (ripetiamo, non!) si dovrebbe fare in una relazione. I protagonisti di questa vicenda ambientata nel Settecento sono meschini, pruriginosi, narcisisti, bugiardi con gli altri come con loro stessi; insomma destinati all'infelicità. Il libro perfetto per passare in rassegna tutti gli amori (im)perfetti della nostra vita! ❤️
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"Tanto tanto tempo fa, prima che fossi un'artista tormentata, afflitta da desideri eppure incapace di stabilire relazioni durature, tanto tempo prima di allora, fui una splendida sovrana che riunificava tutta una nazione divisa."
(Louise Glück, “Teoria della memoria”)
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Speriamo di averti ispirato e come sempre, grazie di averci letto!
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#Chiara è un lavoro collettivo. A dicembre ringraziamo:
Lucilla Tempesti curatrice - Manuela Comoglio editorialista - Cristina Coppellotti autrice box chiaramente - Flavia Brevi storia del mese