#chiara n.28: energia
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#chiara n.28: energia
[e-ner-gì-a] s.f.– 1 Forza, efficienza psicofisica: perdere, riacquistare le e. 2 Vigore morale, risolutezza, fermezza nelle decisioni: affrontare con e. una situazione; in senso fig., forza, incisività espressiva: stile pieno di e. 3 fig. (al pl.) Le persone che incarnano queste e altre qualità, come intelligenza, creatività ecc.: fare affidamento sulle migliori e. della nazione(…)
tempo di lettura: 3 minuti
Siamo al 15 di settembre. L'estate è un ricordo lontano. La casella mail è già stata abbondantemente invasa dalle varie declinazioni di "Bentornato settembre", varianti accattivanti o peggio ancora che vogliono far leva sui nostri sensi di colpa.
Sei riuscita a realizzare il nostro auspicio di godere di un po' di sana noia?
Il DolceFarNiente di agosto è stato di ispirazione?
Hai svuotato la mente, ti sei disconnessa e ricaricata?
Come sta il tuo livello di energia: sei pronta a ripartire?
Tra corsi in palestra per rimettersi in forma e le proposte di imparare l'inglese come un native speaker in 6 settimane, riparte un nuovo anno, perché diciamocelo, alla fine inconsciamente ci portiamo dentro quel malefico calendario scolastico per cui settembre è l'inizio di tutto.
E allora come non ricordare il profumo inebriante del diario nuovo o la cancelleria sfavillante, e ancora l'entusiasmo di ritornare tra i banchi di scuola e la corsa per accaparrarsi i posti nell'ultima fila? Ah, nostalgia canaglia!
Cara amica, Chiara di settembre con la sua dose di energia per affrontare nuove sfide è qui! Buona lettura.
In questo numero di Chiara:
- dove trovare l'energia per ripartire? La risposta la possiamo cogliere dentro di noi, Valentina Bugli ci racconta come
- Marianna Martino è la mente e il cuore di Zandegù, la sua creatura che le ha dato non poco filo da torcere ma che è anche la sua più grande soddisfazione
- alzi la mano chi non soffre da mal di rientro: Cristina ci snocciola ben 11 consigli per sopravvivere al rientro dalle vacanze (almeno 1 riusciremo a metterlo in pratica!)
- ne riparliamo a settembre, o forse un'altra volta
- sinceramente: hai tempo per leggere? facciamo 2 invece che 3
- esserci: il primo evento online e gratuito che parla di linguaggio chiaro e inclusivo
- torna Piano C per la tua Carriera, hai solo 3 giorni per risparmiare: facci un pensierino se vuoi ridare slancio al tuo lavoro
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.chiudi gli occhi e guarda
a cura di Valentina Bugli - Sociologa e Danzaterapeuta
Prima di rivolgersi verso l’esterno, verso il fare, il dare, l’organizzare, l’energia ha bisogno di un luogo calmo in cui essere coltivata. Un luogo dove radicarsi, dove trovare appigli perché le sue radici diventino forti, vitali, capaci di generare nuova energia, di sostenere il carico da novanta che le buttiamo addosso, per esempio con il ritorno al trantran settembrino.
Questo non avviene per magia o perché qualcuno ci fornisce dall’esterno una power bank a cui ci attacchiamo quando finiamo strisciando la settimana. Questo avviene perché ci ritagliamo del tempo per stare. Stare con lo sguardo rivolto verso il dentro, stare a contatto con il nostro agire interno, restare anche solo qualche minuto al giorno con gli occhi chiusi, con gli occhi chiusi a guardare.
Quando pensiamo allo stare, pensiamo all’assenza di azione.
Ci sembra di non fare nulla, di perdere tempo a stare.
Stare è invece una scelta attiva, un’azione cosciente che non avviene per caso o perché ci appoggiamo un attimo sul divano. Quello si chiama pisolino.
Stare, per come ce lo stiamo raccontando qua, è un’esperienza attiva, un osservare, un concentrarsi verso il dentro.
.che storia quella di Marianna!
Marianna Martino, turbinio di energia, scrive con la voce, imbriglia la creatività per trasformarla in risultati pratici e concreti. Nel 2005 ha aperto Zandegù, la sua fucina creativa personale, da cui ha avuto molte gioie. E anche qualche dolore.
"Il mio è un percorso un po' tortuoso."
Oggi Marianna Martino è la capa di Zandegù, studio di comunicazione che si occupa di strategie e consulenze per piccoli brand e liberi professionisti oltre che di formazione in azienda. Ma la strada che l’ha portata fin qui è stata un saliscendi degno delle migliori montagne russe.
Due cose sono molto chiare fin dall’inizio: la propensione di Marianna per la scrittura e la volontà di creare un progetto personale indipendente.
Dopo il liceo linguistico infatti si iscrive al Master in tecniche della narrazione alla Scuola Holden e, una volta concluso, decide di mettersi in proprio. Apre partita iva e dà vita alla sua prima casa editrice, Zandegù.
Insieme a Marco, braccio destro – e sinistro come dice lei - iniziano a pubblicare narrativa di giovani autori italiani: dopo 5 anni la casa editrice non rende, le vendite sono un disastro. A malincuore decide di chiudere.
Dall’editoria passa alla comunicazione: inizia a collaborare con alcune agenzie di Torino come copywriter, poi vola in America per 6 mesi a studiare inglese. Quando torna trova lavoro a tempo indeterminato in una multinazionale. È fatta.
.chiaramente
Le vacanze sono finite, è ora di rientrare al lavoro e già ti senti affaticata?
Si chiama stress da rientro: no, non sei tu, è una condizione normale, ma attenzione, se persiste potrebbe essere un segnale che qualcosa al lavoro non va ed è arrivato il momento di agire.
Come fare per affrontare al meglio il rientro al lavoro? Cristina Coppellotti ci racconta 11 consigli per rendere la ripresa meno traumatica e più dolce possibile.
1- Pianifica
Quando rientrare al lavoro?
Il consiglio d’oro è di pianificare il giorno di rientro in ufficio lasciando un cuscinetto di almeno un giorno tra il ritorno a casa e il ritorno in ufficio. Giusto il tempo per riguardare l’agenda, riordinare le idee e le priorità e arrivare in ufficio con un po’ di focus in più.
Mi rendo conto che, se da più giovane infrangevo sempre questo primo consiglio, cercando di rendere il più lunga possibile la mia vacanza, con il tempo necessito sempre di più di questo cuscinetto, ma si fa quello che si può: questo anno lo avevamo previsto, ma poi la compagnia aerea ci ha spostato il volo di un giorno e eccoci arrivati alle 9 di sera, pronti a rientrare al lavoro dopo 12 ore.
E laddove possibile, può essere un toccasana non iniziare di lunedì. Già pensare che la settimana sia più breve di un giorno aiuta.
.trame di sorellanza
Trame di sorellanza di settembre è dedicato a
Maristella Borghi e al suo progetto Il matrimonio delle radici.
Maristella ha partecipato a Piano C Factory ed è Wedding & Event Planning Specialist: supporta nell’organizzazione del loro matrimonio coppie di origine italiana, in particolare lombarda, residenti all’estero e con il desiderio di tornare alle proprie radici per celebrare la loro unione.
Il matrimonio delle radici
Hai partecipato a un nostro percorso?
Chiedi di far parte del gruppo LinkedIn Piano C Alumnae e partecipa a
#tramedisorellanza.
.ne riparliamo a settembre
È iniziata la scuola: mamme, respiriamo la libertà!
Ci siamo lasciate a giugno con le scuole che avevano appena chiuso e le vacanze estive si prospettavano come 14 lunghe e interminabili settimane di passione.
Il tutto, dopo 200 giorni di scuola che rendono il nostro calendario uno dei più lunghi di tutta Europa. (Dati alla mano forniti da Eurydice, l’organizzazione dell’Unione Europea che si occupa di informazione sullo stato dell’istruzione.)
Ma cos'è successo in questi 3 mesi estivi?
C’è chi ha avuto la fortuna, o per la correttezza privilegio, di trascorrerne buona parte in vacanza oppure staccando dal lavoro e dedicandosi completamente ai propri figli. Potrebbe averne sentito meno la fatica e il peso e goduto a pieno della gioia della genitorialità.
C’è chi invece si è arrabattata facendo ricorso a tutte le reti possibili tra cui qualsiasi grado della parentela, baby sitter, o iscrivendo i pargoli alla qualunque per tenerli impegnati e lontani da casa affinché non ciondolassero da una stanza all’altra per comparire all’improvviso in perfetto stile memento mori dicendo “mamma, cosa faccio, mi annoio?”
Che per carità, la noia fa bene, lo sappiamo, ma quando la frase viene pronunciata a mo’ di disco rotto può diventare un tantino estenuante e frustrante. E allora via libera a cre, campi estivi, campi alpini, campi marittimi, camp in lingua inglese.
Ma anche in questo caso, la lotta alla noia viene fatta a colpi di privilegio. Perché tutte queste attività costano e magari stringendo i denti, facendo qualche rinuncia, si gestiscono settimane estive per tenere i figli occupati e garantire ai genitori la tranquillità necessaria per continuare a lavorare.
E chi invece non può sostenere la spesa economica per le attività estive? In questo caso il divario aumenta, 3 mesi di opportunità di socializzazione, nuovi stimoli ed esperienze vengono meno e si lascia spazio a un terreno fertile in cui i bambini vengono lasciati in balia di sé stessi.
E da qui, signore e signori, inizia la disparità tra chi può e chi non può.
Insomma, l’estate è passata, ogni famiglia ha fatto del proprio meglio e sì, siamo sopravvissute e ora che la scuola inizia, ricarichiamo le batterie per fronteggiare di nuovo, il calendario scolastico. Sì, perché non è che passate le vacanze, passato tutto.
È un cane che si morde la coda, per non usare parolacce.
Le origini
Non è più un mistero: il calendario scolastico italiano è organizzato in base ai tempi della mietitura.
Nel secondo dopoguerra fu infatti ripensata la pausa estiva proprio per permettere ai bambini di aiutare i genitori contadini nella mietitura dei campi e diminuire in questo modo l’abbandono scolastico. Un calendario pensato per le esigenze delle famiglie che era davvero inclusivo e non lasciava indietro nessuno. Lo racconta Raffaella Saporito in questo articolo La scuola a giugno e l'equità dell'accesso ai servizi
Ora siamo tutti d’accordo che nel 2023 le esigenze delle famiglie sono cambiate, non si fanno più figli per avere forza lavoro gratuita e la mietitura viene fatta meccanicamente. Eppure siamo ancora lì.
E se il Covid poteva trasformarsi in una miccia per il cambiamento, altro non ha che aumentato le differenze e le diseguaglianze e mostrato le falle di un sistema che deve essere rivisto e aggiornato.
La soluzione
Suddividere le pause durante l’anno.
Semplice vero?
E allora perché non si fa?
Perché si è sempre fatto così, perché d’estate fa caldo, perché in estate si va in vacanza, perché gli insegnanti devono mettersi in gioco, perché i sindacati non vogliono, perché tocca alle regioni, perché il ministro ha avuto un’idea ma c’era la pausa natalizia, e perché togliere la fine dell’anno a giugno agli studenti vorrebbe dire stravolgerli l’esistenza.
Insomma, c’è sempre una scusa.
Eppure allungare le pause scolastiche, inserire la pausa primaverile e autunnale, gioverebbe a tutti, insegnanti compresi, che non si troverebbero a insegnare ad alunni e alunne stremati.
Gioverebbe ai bambini che non arriverebbero a maggio stanchi e bisognosi di propoli, con il rifiuto ad aprire qualsiasi libro.
Inoltre eviterebbe il summer brain drain, lo svuotamento del cervello in estate, per cui vi sarebbe la regressione con la perdita delle competenze acquisite durante l’anno.
E i compiti delle vacanze? Altro tasto dolente: servono proprio a evitare questo effetto, ma richiedono impegno, costanza e molto spesso un adulto che affianchi i bimbi nel farli.
Questa perdita di competenze inoltre, non fa che accentuare il divario educativo tra chi proviene da contesti più svantaggiati, situazioni famigliari fragili o che presenta disturbi specifici dell’apprendimento.
Dimenticavamo il caldo. Nel 2023 potremmo anche riuscire ad avere edifici idonei ad affrontare le temperature torride o trovare alternative come fare lezione in aule naturali, al fresco dei parchi. Del resto poi mandiamo i bambini ai cre sportivi sotto il sole cocente.
Insomma, ogni anno a chi tocca, tocca.
Nel frattempo continuiamo ad andare avanti così, aspettando che la natura faccia il suo corso, i figli crescano e diventino autonomi, e la palla passi ad altri genitori.
Weworld insieme a Mammedimerda ha lanciato una nuova petizione: "RISTUDIAMO IL CALENDARIO! Un nuovo tempo scuola NON è più RIMANDABILE" per una scuola che tenga finalmente al centro i bisogni dei bambini, delle bambine e delle loro famiglie a partire dalla rimodulazione del calendario scolastico.
A questo punto ne sentiremo riparlare un’altra volta a giugno. Altra estate, altro giro di giostra.
.books in the box
Un grande classico dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez, Premio Nobel nel 1967, Cent'anni di solitudine ti conduce nella vita dei Buendía narrandone le vicende per sette generazioni.
Tutto ha inizio quando José Arcadio fonda, alla fine del XIX secolo, la città di Macondo dando vita a un microcosmo arcano in cui la linea di demarcazione fra vivi e morti non è così nitida e ai vivi è dato il dono tragico della chiaroveggenza. Un'energia magica e tumultuosa pervade l'intero romanzo, che usa i toni della favola, ma è sorretto da un linguaggio portentoso e da una prodigiosa fantasia.
La narrazione è veloce e travolgente, impossibile annoiarsi nella lettura di questo capolavoro.
Dal sacro al profano.
Se parliamo di energia come non ricordare Britney Spears mentre canta e balla Baby one more time e Ops, I did it again?
Ma ciò che è successo dopo a Britney Spears ci mostra come nemmeno il successo sia una garanzia alla felicità. The Woman in Me è un racconto coraggioso che arriva dritto al cuore, una storia che parla di libertà, fama, maternità, sopravvivenza, fede e speranza. Scritto con eccezionale candore e ironia, il dirompente memoir di Britney Spears illumina di una nuova luce il potere infinito della musica e dell’amore, regalandoci il ritratto di una donna finalmente libera di raccontare la propria storia. Alle sue condizioni.
.out of the box
Le parole che scegliamo di utilizzare plasmano la realtà che viviamo e raccontano molto di noi, della nostra esperienza. Se poi con le parole ci lavoriamo abbiamo una responsabilità in più.
DiParola è il festival del linguaggio chiaro, inclusivo e accessibile: due giorni dedicati al diritto di capire la realtà e del dovere di spiegarla meglio.
18 interventi di grandi nomi del panorama italiano e internazionale che da anni si impegnano per portare semplificazione, chiarezza e inclusione nella comunicazione.
3 professioniste "a caso" che parleranno?
Luisa Carrada, Michela Calculli, Roberta Zantedeschi.
L'evento è online e gratuito.
Leggi il programma e iscriviti, ne vale la pena.
.le news di Piano C
Piano C per la tua Carriera: in promo ancora per 3 giorni
Il rientro al lavoro dalle vacanze è stato più difficoltoso del solito?
Forse è il momento di ascoltarti e pensare a cosa vuoi fare della tua carriera.
Solo per te che sei iscritta alla newsletter,
Piano C per la tua Carriera è scontato fino a lunedì,
solo 3 giorni e poi torna a prezzo pieno.
"Le cose hanno vita propria,
si tratta soltanto di risvegliargli l'anima.”
Gabriel Garcìa Màrquez
.bentornato settembre
Alla fine non abbiamo resistito e anche noi diamo il benvenuto a settembre, perché alla fin fine, questo mese per quanto sia sfidante,
impegnativo,
tumultuoso
e richieda una bella dose di energia,
porta sempre con sé una strana felicità.
socializziamo
Speriamo di averti ispirato e come sempre, grazie di averci letto! Se ti fa piacere puoi darci il tuo feedback scrivendo a dillo@pianoc.it o commentando i nostri post sui social.
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#Chiara è un lavoro collettivo. A settembre ringraziamo:
Fabiola Noris curatrice - Valentina Bugli editorialista - Marianna Martino storia del mese - Cristina Coppellotti autrice box chiaramente - Laura Chiarakul grafica