#chiara n.29: abbondanza
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#chiara n.29: abbondanza
[ab-bon-dàn-za] s.f.– 1 Grande quantità, eccesso: a. di cibo, di manodopera || in a., abbondantemente || fig. nuotare nell'a., vivere nella ricchezza 2 Il complemento di abbondanza (associato a quello di privazione) dipende solitamente da un agg. o part.pass. con valore di agg. ed è introdotto da di: ricco di esperienza; pieno di umanità (…)
tempo di lettura: 3 minuti
Melius est abundare quam deficere, meglio abbondare che deficere.
Siamo d'accordo che la parola di ottobre è un richiamo alla fertilità che genera prosperità.
La scarsità spaventa, non c'è dubbio, ci costringe a fare i conti non solo economici ma anche con noi stesse in un'ottica al risparmio per la sopravvivenza. In vista di tempi migliori.
L'abbondanza è un desiderata che ciascuna di noi può voler realizzare in uno o più ambiti della propria vita: abbondanza di idee, di opportunità, di salute e non ultima di denaro.
In questo numero di Chiara però non parliamo di soldi: l'abbondanza ci avvolge e ci coinvolge direttamente ma spesso non ci facciamo caso.
A partire dai dati. Inizia dall'editoriale, e capirai perché.
Cara amica, lasciati ispirare dall'abbondanza di Chiara di ottobre. Buona lettura.
In questo numero di Chiara:
- surfare sull'abbondanza dei dati senza farci travolgere dalla loro portata? Si può fare, Ladynomics ce lo racconta partendo dai pixel
- Jessica Paolillo, consulente della lettura, con un bagaglio pieno di esperienze formative e di vita, non ultimo un progetto con i silent book
- Valeria Barani ci mette in guardia dai cuscinetti, non di adipe, ma linguistici: l'abbondanza la creiamo anche con le parole che usiamo per raccontarci, prestiamoci attenzione
- oggi poche parole
- di cosa non ci stancheremmo mai? Dei libri!
- fino al 30 novembre se sei di Parma o provincia puoi candidarti a Piano C Factory
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.la sostenibile abbondanza dei dati
a cura di Ladynomics - Giovanna Badalassi e Federica Gentile
Quanto sono "abbondanti" i dati che raccontano la nostra vita?
“Abbondanza” è certamente una parola allegra: letteralmente, vuol dire andare oltre l'onda. Cosa c’è infatti di più divertente che surfare sull’onda e andare oltre? È anche una parola vitale, perché contiene in sé il senso del movimento. L’opposto di questa parola, “carenza”, ci sta invece subito un po’ antipatica, perché è immobile e ci tiene inchiodate di fronte ad un vuoto e a qualcosa che non c’è.
Che c'entrano queste due parole con il con concetto dei dati?
Se state leggendo questo editoriale, il vostro cervello non se ne sta accorgendo ma in realtà sta filtrando una enorme “abbondanza” di dati. Ogni pixel del vostro schermo è programmato con un codice macchina che usa il sistema binario, una sequenza interminabile di 0 e di 1 che, per vie misteriose ai più, rappresentano informazioni, dati, che riescono a farci accedere al web.
Non è incredibile? Due soli numeri messi in fila una miriade di volte ci mettono in connessione con tutto il mondo.
I dati, e i numeri che li descrivono, hanno proprio questo di magico:
sono capaci di tradurre in linguaggio sintetico e accessibile praticamente tutta la nostra vita. Ogni volta che si conta qualcosa con i numeri per avere una informazione si sta infatti usando il potere di conoscenza dei dati per rappresentare una moltitudine che non si saprebbe altrimenti descrivere con altrettanta precisione.
Oggi con la tecnologia c’è una imbarazzante abbondanza di dati: tutto è tracciato, monitorato, profilato: i nostri consumi, abitudini, i nostri soldi, le nostre tasse, contributi ecc.
.che storia quella di Jessica!
Jessica Paolillo, attivista per il plurilinguismo, lavora come promotrice per la lettura dell’infanzia e dell’adolescenza. Due tasselli che nella sua vita si sono intrecciati più volte, la passione per le lingue e per la lettura, con uno scopo ben preciso: offrire alle nuove generazioni (e ai genitori) uno sguardo aperto sul mondo.
“Mi sono laureata in Storia dell’arte:
durante gli studi organizzavo mostre itineranti nei locali di Milano,
oggi organizzo eventi per promuovere la lettura tra i bambini,
del resto gli albi illustrati sono piccole opere d’arte.”
Jessica Paolillo, cittadina del mondo: milanese di nascita, Madrid come casa per 10 anni, una parentesi ad Amburgo dove è diventata mamma, Merano come città dove far crescere la figlia nel multilinguismo.
Una storia la sua, caratterizzata dalla moltitudine di stimoli a cui non si è mai sottratta, dalla voglia di creare e di mettersi in gioco, un’abbondanza che è sfociata nello sviluppo di competenze che la rendono una professionista poliedrica, in continua formazione per il piacere di accrescere il proprio sapere e restituirlo nel lavoro che svolge quotidianamente.
Oggi infatti Jessica è promotrice per la lettura dell’infanzia e adolescenza, promotrice culturale, e si occupa di mediazione interculturale e interlinguistica. Un lavoro che porta dentro di sé il frutto di tutte le esperienze passate.
.chiaramente
Le parole creano incantesimi, danno vita a pensieri, costruiscono il tuo
mondo e la tua realtà. Ecco perché scegliere con cura le parole per
raccontarti è fondamentale per determinarti, riconoscere il tuo valore e costruire la tua identità, anche professionale.
Il primo passo? Evitare i cuscinetti linguistici.
Valeria Barani ci racconta cosa sono, come riconoscerli e come evitarli.
Judit Baxter, docente e sociolinguista all’università di Cambridge ha studiato i cuscinetti linguistici a fondo. Sono forme di linguaggio utilizzate per ridurre l’impatto di un’affermazione o per attenuare il tono di una conversazione: possono essere utilizzati per evitare di ferire i sentimenti degli altri, per evitare conflitti o per mantenere una buona immagine sociale.
In concreto si tratta di parole, espressioni, mezze frasi che usiamo proprio come un “cuscinetto” per ammortizzare le nostre idee, opinioni; per prendere tempo, per mettere le mani avanti, per tutelarci da possibili obiezioni.
Qualche esempio?
• Non sono certo un’esperta…
• Volevo solo dire che…
• Magari può esserti utile…
• Secondo me…
• Scusa se mi permetto…
• Scusi, magari è una domanda stupida…
• Sono proprio una cretina quando…
• Provo a spiegarmi…
Quante di queste utilizzi o fanno parte del tuo lessico?
Da oggi, siamo certe che ne utilizzerai sempre meno!
.trame di sorellanza
Beatrice Gemma è stata la protagonista di Che storia! dedicata al tema della cura.
Di professione doula, accompagna le donne che stanno per diventare madri, si occupa di genitorialità consapevole ed è una presenza delicata e importante in momenti difficili come nascite premature o lutti perinatali.
Beatrice è inoltre molto attiva per la promozione della figura doula in Italia: è docente per la scuola di formazione delle Doule creata dall'Associazione Mondo Doula ed è nell'organizzazione del convegno che si terrà online il 21 ottobre:
Lievito Madre, di chi è la maternità?
Linguaggi, pratiche sociali e territorio della cura.
Hai partecipato a un nostro percorso?
Chiedi di far parte del gruppo LinkedIn Piano C Alumnae e partecipa a
#tramedisorellanza.
.less is more
Ma come, oggi che si parla di abbondanza te ne salti fuori con questa frase da architetto minimalista? E se in questo ossimoro si nascondesse invece la scintilla per accendere la sacra miccia dell’abbondanza nelle nostre vite?
Sì, perché in questo accumulo seriale, dove nemmeno Marie Kondo può far qualcosa, (tant’è che ci ha rinunciato pure lei), ecco in questo accumulo bulimico di infinite to do list da spuntare, serie Netflix da ingurgitare, location instagrammabili con la scritta "è per lavoro” scattate a orari improbabili, il vero lusso è permettersi di alleggerirsi.
Andare leggere sulle cose, cogliere le sfumature, apprezzare i momenti di tranquillità, godere a pieno di ciò che si ha. Provare gratitudine ora e non con data da destinarsi. Svuotarsi per far fluire l’energia, anziché farla ristagnare.
Ma raggiungere questa leggerezza d’animo non è cosa semplice.
Trovare il tempo per metterci la testa ancora meno.
“La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso”. Lo scrive Calvino in Lezioni Americane. E aggiunge “Il faut être léger comme l'oiseau et non comme la plume” citando Paul Valéry.
O, per essere più prosaici e ritornare con un balzo negli anni 90 al suono di una chitarra acustica e la voce roca di Ligabue che canta, “leggero, nel vestito migliore, nella testa un po’ di sole ed in bocca una canzone.” Semplicemente.
Questo potrebbe essere il primo passo per far fiorire l’abbondanza, quella vera, quella che ci fa stare bene.
Il potenziale c'è tutto, l'accendiamo?
.books in the box
Non avete mai avuto tra le mani un silente book? Jessica Paolillo, promotrice della lettura, ci consiglia questo.
"Korokoro è un silent book dove studio grafico, illustrativo e cromatico sono curati nel minimo dettaglio. Émilie Vast ci mostra che nulla è quel che sembra, che le letture possono essere molteplici e che si può raccontare e comunicare anche senza parole.
I silent book sono i libri perfetti per raccontare un mondo inclusivo dove la varietà è pregio e non difetto".
Dove ci sta portando l'abbondanza? La geochimica e geobiologa statunitense Hope Jahren ha dedicato anni a catalogare una sconfinata serie di dati. Con rigore scientifico e ironia, l'autrice osserva come la costante ricerca del benessere scandisca da sempre il ritmo del progresso umano. Ma la nostra rapacità ci spinge a consumare più del necessario, piuttosto che a condividere gli avanzi della nostra ricchezza. Il lato oscuro dell'abbondanza è un vibrante appello alla civiltà del benessere affinché ripensi il legame fra la cultura dello spreco di alcuni e lo stato del pianeta di tutti. Perché, seppur drammatica, la situazione si può ancora salvare.
Apri la porta all'abbondanza: e chi non l'aprirebbe?
Milioni di persone vivono nell'angoscia di non riuscire a sbarcare il lunario, altre sono coscienti di essere intrappolate in meccanismi di autosabotaggio, dei quali però non sanno come liberarsi. Alcune non si rendono conto di stare chiudendo la porta in faccia alla ricchezza e si consolano ripetendosi che tanto non è il denaro ciò che conta nella vita; altre ancora sono convinti che la prosperità economica sia semplicemente qualcosa a cui non sono destinati. Claudia Rainville racconta come liberarsi dai meccanismi interiori che ci impediscono di accedere alla prosperità; ad attivare in noi quelle energie che la possono favorire; e che aspirare al benessere economico non solo è possibile, ma non è in alcun modo di ostacolo (anzi!) al benessere spirituale e interiore.
.le news di Piano C
Piano C Factory a Parma
Fino al 30 novembre c'è tempo per candidarsi al nostro percorso gratuito di riprogettazione professionale che si terrà a Parma.
Abiti in zona e vuoi candidarti?
Scopri quali sono i requisiti per partecipare.
Vuoi saperne di più? Incontriamoci dal vivo!
Abiti a Parma, provincia o nei dintorni e vuoi saperne di più?
Lunedì 23 ottobre a Parma presso il coworking On/Off e giovedì 16 novembre a Salsomaggiore presso il Salso Coworking ci saranno due eventi informativi gratuiti dedicati a raccontare il progetto Digital EmpowHer² e in particolare racconteremo tutti i dettagli di Piano C Factory.
Gli incontri sono gratuiti ma è necessaria la registrazione.
"Non ciò che abbiamo ma ciò di cui godiamo,
costituisce la nostra abbondanza."
Epicuro
.71 giorni al Natale
Se settembre è parso lunghissimo, ora arrivare a Natale sarà una volata.
Goditi il viaggio e cerca di cogliere l'abbondanza che ti circonda.
socializziamo
Speriamo di averti ispirato e come sempre, grazie di averci letto! Se ti fa piacere puoi darci il tuo feedback scrivendo a dillo@pianoc.it o commentando i nostri post sui social.
E perché no, suggerirci una parola.
Potrebbe essere la prossima!
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#Chiara è un lavoro collettivo. A ottobre ringraziamo:
Fabiola Noris curatrice - Ladynomics editorialista - Jessica Paolillo storia del mese - Valeria Barani autrice box chiaramente - Laura Chiarakul grafica