Chiara #34: donne
Donne tu du du, in cerca di... parità di genere, libertà finanziaria, genitorialità condivisa, rappresentanza politica, spazio, equilibrio. Non certo guai.
Malvina Korra, Annalisa Monfreda, Enrica Arena, Candela Pelizza, Sonia Zahirpour, Flavia Brevi, Fabiola Noris, Sara Poma, Beatrice Irene Gemma, Paola Nosari, Manuela Appendino, Federica Di Nardo, Martina Grotto, Marianna Martino, Jessica Paolillo, Maura Morales Bergmann, Giorgia Carloni, Romina Noris, Ornella Centineo: ognuna con la propria storia tra obiettivi da raggiungere, ostacoli da superare, equilibri personali da creare.
Sono le donne che abbiamo raccontato in quasi 2 anni di Che storia! Nella loro unicità tutte accomunate dagli stessi problemi, tra gender pay gap, stereotipi di genere e soffitti di cristallo da rompere ma anche dalla stessa determinazione di realizzarsi come donne.
Chiara di marzo è dedicata proprio a tutte le Donne, alle loro storie, con la consapevolezza che è nella condivisione e nel plurale delle connessioni che il potenziale femminile si espande ed esplode nella piena realizzazione.
È nel racconto, confronto e scambio che nasce la sorellanza e l’empowerment femminile. Buona lettura.
Che storia quella di Montserrat!
Donne e denaro: l’accoppiata sta diventando vincente. E Montserrat Fernandez Blanco ha una parte attiva nel rompere il tabù legato ai soldi, e non solo quello.
Di cosa parla la sua storia? Di presepi, di start up innovative, del fallimento e del coraggio di parlarne. Di scardinare tabù e riappropriarci della nostra libertà. Anche attraverso il rapporto con il denaro. Per niente vile.
Montserrat Fernandez Blanco da bambina voleva fare l’artista, in realtà aveva già dentro di sé il piglio organizzativo: dal dirigere il giornalino scolastico all’organizzazione del presepe, le sue abilità mostrano questo mix coinvolgente di passione per la creatività e gli aspetti di gestione.
Il percorso che ha portato Montserrat a riscoprirsi imprenditrice però non è stato immediato e nemmeno lineare.
“Non avevo né la formazione, né il passato in famiglia.
Mio padre lavorava in banca, mia madre era casalinga. L’esperienza in TheHub mi ha permesso di imparare e di capire che a me piaceva.
E soprattutto che non sono fatta per lavorare in azienda, ma per costruirle.”
Materie STEM, Letteratura, Dati, Soldi: dai un’occhiata!
🎞️ A proposito di stereotipi in ambito STEM: da non perdere l’uscita il 28 marzo de Il teorema di Margherita per la regia di Anna Novion.
Protagonista una giovane dottoranda in matematica presso la Scuola Normale Superiore di Parigi. Unica donna in un contesto ancora prettamente maschile è la mente più brillante dell'istituto, le sue certezze crollano quando scopre di aver commesso un errore nelle sue analisi.
La matematica non è mai stata così elettrizzante!🔥 Tutto questo fuoco. La rivoluzione delle sorelle Brontë di Ángeles Caso
Inghilterra vittoriana. Charlotte, Emily e Anne Brontë non sono certo ricche, la loro bellezza non rispetta i canoni dell’epoca e di sottomettersi a un uomo, poi, neanche a parlarne. Non solo, le tre sorelle Brontë, senza nessuna protezione, contro tutto, riescono a pubblicare. E quando pubblicano, sfondano. Non è un successo passeggero: Jane Eyre e Cime tempestose restano tra i romanzi fondamentali della letteratura mondiale. La signora di Wildfell Hall è un romanzo scandalosamente femminista, sempre più apprezzato.
🚨 Invisibili. Come il nostro mondo ignora le donne in ogni campo. Dati alla mano. di Caroline Criado Perez
Oramai l’avrai capito dalla nostra collaborazione con Ladynomics e la rubrica Il dato è tratto?, i dati ci piacciono sempre più. Questo libro racconta partendo proprio dai dati come in una società costruita a immagine e somiglianza degli uomini, metà della popolazione, quella femminile, viene sistematicamente ignorata. A testimoniarlo, la sconvolgente assenza di dati disponibili sui corpi, le abitudini e i bisogni femminili.
E finalmente troveremo la risposta alla domanda: perché nei bagni delle donne c'è sempre la coda e in quelli dei maschi no?
Montserrat consiglia:
📖 L’anno del pensiero magico di Joan Didion: un libro che deve essere letto, una scrittrice che deve essere conosciuta.
🎙️ E ovviamente Rame, il podcast.
Nell’episodio 67 trovi anche Sofia, la presidente di Piano C: buon ascolto!
Giovedì 4 aprile dalle 18.30 alle 20.00 presso Officine On/Off a Parma
In arrivo il secondo aperitivo di networking alla scoperta delle professioni tech e digital organizzato da SheTech a Parma all’interno del progetto Digital EmpowHer².
🎙️ Grazie alla testimonianza di 3 developer scopriremo con chi lavorano, qual è il loro background e in generale come si sono approcciate a questa professione.
🍹Dopo l'intervista networking davanti a un buon aperitivo!
Il progetto Digital EmpowHer Erasmus Plus avanza e, dopo il periodo dedicato alla formazione e alla coprogettazione, si sono svolti i multiplier event: iniziative ad hoc per far conoscere e presentare gli strumenti prodotti all’interno del partenariato, tra cui la piattaforma digitalempowher.
Leggi la news sul nostro sito!
L’importanza dell’empowerment femminile
a cura di Cristina Coppellotti - Responsabile formazione Piano C
Sviluppare l’empowerment non significa usare parole di incoraggiamento. Si tratta di azioni concrete per rafforzare la propria sicurezza e il proprio potere di scelta, migliorando competenze e conoscenze. Lavorare sul proprio empowerment significa quindi darsi il permesso di acquisire più potere, per divenire forte, capace, competente. E soprattutto, stare bene con sé stesse.
Empowerment deriva dal verbo to empower e significa favorire l’acquisizione di potere, rendere in grado di, aumentare il potere. Indica contemporaneamente un processo, il percorso per raggiungere il risultato, e il risultato stesso, lo stato empowered dell’individuo, dei gruppi.
Il concetto di empowerment si basa proprio sull'idea di potenziare il proprio potere.
Il self-empowerment, di conseguenza, rappresenta la capacità di rafforzare il potere interiore attraverso una maggiore consapevolezza dei propri punti di forza e dell'autoefficacia.
Questa forma di potere, secondo il concetto di empowerment, consiste nell'abilità di sviluppare le proprie potenzialità e aprirsi a nuove opportunità, una sorta di padronanza che può essere definita generativa.
Attraverso il self-empowerment, non solo si riconquista il controllo sulla propria vita, ma si diventa in grado di prendere decisioni migliori, più consapevoli e costruttive.
✨Questo e gli altri articoli li puoi leggere sul nostro blog✨
Piccolo spazio di realtà
di Fabiola Noris
In origine questo pezzo non era previsto. I task accuratamente calendarizzati in anticipo su Asana prevedevano l’intervista a Montserrat con focus su tabù e fallimenti, l’articolo di Cristina sull’empowerment e poi Che storia! Per raccontare le donne, senza fronzoli, tra fatiche, soddisfazioni, punti di partenza e puntini che si uniscono in maniera inaspettata.
Poi la vita accade ed eccomi qua.
Sto scrivendo queste righe con il pc sulle ginocchia mentre mio figlio sta facendo una visita. Ho 45 minuti. I miei slot di lavoro sono un apostrofo rosa tra le parole l’interruzione.
Di sicuro la mia mente si sta allenando in una skill che potrei chiamare elasticità: lasciare in sospeso una cosa per poi ritornare sul pezzo e ritrovare la lucidità per affontarla. Effetto Zeigarnik, scansate proprio. E nel mentre, i miei di pezzi, mi sembra di perderli uno a uno.
Il destino a volte è proprio beffardo.
Domenica ho partecipato al Brand Camp, un evento dedicato al personal branding, l’edizione del 2024 era dedicata all’Equilibrio. Eccallà.
Ci devo essere, prendo il biglietto, tanto più che lo fanno a un tiro di schioppo da casa mia, c’è pure Paola Nosari che stimo parecchio e Chiara Gandolfi che per chi è copywriter è l’eleganza della scrittura fatta persona. Vuoi non andarci?
E poi giovedì mi chiama il nido: Eva ha IL virus. Che per chi ha figli in età 0-3 sa che sotto la dicitura VIRUS rientra tutto ciò che ti bloccherà dannatamente in uno spazio-tempo di indefinite dimensioni.
Si mai dai, ce la possiamo fare, domenica starà meglio e comunque ha un padre che vale quanto la madre. Peccato che la madre il sabato sera tiri su anche l’anima, che in questo caso ha il sapore amaro di una pizza gamberetti rucola.
Notte tormentata, la mattina mi sveglio e spronata dal consorte mi cambio per salire in Città Alta in modalità straccio. Lunedì ci sarebbe stata la seconda giornata di Brand Camp ma le priorità nel mentre erano cambiate. Il virus non aveva ancora abbandonato Eva, quindi visita dalla pediatra e ovviamente niente nido. In tutto ciò il mio di equilibrio è andato a farsi benedire, la programmazione di Asana è caduta a pezzi, la flessibilità dell’agenda disintegrata mentre io mi sono trasformata in quell’ansiogeno del Bianco Coniglio. In ritardo su tutto.
Ho pianto.
La frustrazione del non poter fare in altro modo, il tentativo di lavorare mentre Eva dormiva salvo poi i suoi continui risvegli, arrivare stremata a sera e crollare a letto con il pensiero di non essere riuscita a fare nulla.
La consapevolezza che così non è giusto, il fatto che da due anni con Piano C parlo di questi temi, della sinergia vita privata-lavoro, della negoziazione del tempo, della genitorialità condivisa e poi all’improvviso eccomi lì, incatenata a questa dicotomia di madre-libera professionista che vorrebbe riuscire a fare tutto alla perfezione, senza chiedere mai e, quando l’imprevisto accade, si sente il peso del mondo sulle spalle. Del resto sono cancro ascendente vergine.
Oggi è mercoledì, domani se tutto va bene Eva ritorna al nido e io potrò dedicarmi alla newsletter, alle storie delle donne che ho ascoltato e raccontato, a come lavorare sull’empowerment sia fondamentale, alla rete che ti sostiene e ti aiuta. Ma nel frattempo ho sperimento praticamente cosa voglia dire. Quando mi sentivo uno straccio ho ricevuto un vocale di 3 minuti e 34 secondi. Vanesa mi ha raccolto con il cucchiaino da terra. Mi ha riportato al centro, mi ha ridato le chiavi della mia anima di mamma e da freelance. Ho ritrovato la bussola e se mi stai leggendo, vuol dire che anche questa volta ce l’ho fatta.
Ops, i 45 minuti sono passati.
Devo andare.
E si, è proprio tutto un equilibrio sopra la follia.
post scriptum
Ovviamente “tutto” non è andato bene. Eva giovedì ancora a casa. Mio marito ha preso due giorni di malattia per stare con lei mentre io mi potevo dedicare al mio lavoro.
“Non c'è cancello, nessuna serratura, nessun bullone
che potete regolare sulla libertà della mia mente.”
Virginia Woolf
AAA Cercasi creatrici di nuove sinergie
Ci piacerebbe trovare aziende e associazioni che condividano i nostri valori, con cui costruire un dialogo attorno alle parole di Chiara e che siano disposte a sponsorizzare un numero della newsletter.
Se lavori in un’azienda a cui potrebbe interessare supportare Chiara scrivici: non vediamo l’ora di iniziare a progettare un nuovo numero!
Alla prossima parola
Grazie per aver letto fin qua. Se hai apprezzato Chiara, inoltrala a chi tieni, condividi i post che ti hanno colpita di più e se ancora non lo fai, seguici sui Instagram e LinkedIn: sharing is caring!
Chiara è un lavoro collettivo, a marzo ringraziamo:
Fabiola Noris curatrice, Montserrat Fernandez Blanco per Che Storia!, Cristina Coppellotti per la Guida all’empowerment femminile e Laura Chiarakul per la grafica.
Gia'...